Uno dei temi affrontati in classe sulla cura è stato il rapporto tra noi e il prossimo.
Partendo con la lettura di un articolo di Marco Belpoliti, “ignora il prossimo tuo“, il quale riportava due scene di vita quotidiana abbiamo riscontrato vari problemi della nostra società. Inoltre, analizzando queste scene, anche lo stesso psicoanalista Luigi Zoja ha rilevato una difficoltà comune della società occidentale globalizzata nel riconoscere chi è davvero il nostro prossimo.

Uno dei grandi problemi che si sta sempre più diffondendo tra i giovani è l’utilizzo smisurato del cellulare, che rischia di eccedere e sostituire i rapporti interpersonali nella vita reale. Questo causa una disattenzione verso il nostro prossimo, parola che deriva dal greco plesìos ovvero “l’altro che ci sta vicino”, e contrasta il doppio comandamento della civiltà ebraico-cristiana: ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso.
Ma la vera domanda è:” Chi è mio prossimo?”
Questa domanda la ritroviamo anche nella parabola del buon Samaritano (Luca 10, 25-37). Questa parabola viene racconta da Gesù a un dottore della legge poiché esso gli aveva chiesto come si sarebbe dovuto comportare per ottenere la vita eterna; racconta il comportamento di tre personaggi nei confronti di un uomo derubato e percosso a sangue trovatosi sui loro cammini. I primi due, un sacerdote ed un levita, giunti presso l’uomo lo scansarono e passarono oltre, mentre il samaritano fu l’unico che ne ebbe compassione e se ne prese cura. Alla fine del racconto Gesù chiese chi fosse stato il prossimo di colui che aveva avuto bisogno e il dottore della legge rispose: “Chi ha avuto compassione di lui” , rispondendo così anche alla sua domanda iniziale.
Consigliamo vivamente ai nostri lettori di ascoltare questa bellissima canzone che tratta giustappunto degli stessi argomenti trattati nella nostra lezione.
BUON ASCOLTO!
Bertoni, Bianchi, Gambini
