Francesco nasce ad Assisi nel 1181 (o 1182). In quel momento il padre Pietro di Bernardone, mercante di stoffe della media borghesia, si trovava in Francia, quindi la madre battezza il figlio col nome di Giovanni. Il padre lo chiamerà però Francesco, nome accettato anche dal bambino. Crebbe serenamente e con una vita socialmente attiva, organizzando molte feste e divertendosi con gli amici. Nel 1203 partecipò alla lotta fra Assisi e Perugia nella quale quest’ultima avrà la meglio. A seguito della sconfitta Francesco viene messo in prigione assieme ai cavalieri anche se difatto non apparteneva a questo gruppo sociale. durante la detenzione Francesco si ammala gravemente e in questo periodo della sua vita che si rende conto di essere fragile.
Quando torna a casa viene aiutato dalla madre e, dopo esser guarito, torna alla sua vita di sempre, aiutando il padre con i commerci ma non abbandonando mai l’ideale di cavalleresco. Tempo dopo avrà l’intenzione di andare a combattere nelle “puglie” affiancato dal condottiero Gualtiero di brienne e per questa occasione si farà fare un armatura al pari di quelle dei cavalieri, acquista un cavallo e parte. Durante il viaggio si ammala nuovamente a spoleto e, febbricitante, fa un sogno nel qualcuno (probabilmente Dio) gli chiede: secondo te chi è più utile nella tua vita, un padrone o un servo? E Francesco risponde: il padrone! Al che la voce risponde: Allora perchè continui a seguire il servo e abbandoni il padrone!? Francesco sconcertato risponde: Cosa vuoi che faccia? Francesco non stava facendo ciò che Dio voleva e da questo sogno capisce che deve lasciare la sua missione e tornare indietro. Bisogna pensare però che Francesco era partito con l’orgoglio di tutti ad Assisi, famiglia amici, parenti e la gente si chiedeva dove fossero finite le anie di grandezza che il ragazzo aveva sempre manifestato… In ogni caso era tornato a vivere la sua vita abituale, il Francesco eccentrico che dava feste lavorava nella bottega del padre e così via, solo che per la prima volta nella sua vita aveva iniziato a stare un pò più da solo. Nella sua società come generalmente succede vi erano degli emarginati: ovviamente i poveri e gli appestati ma soprattutto i lebbrosi. Per questi ultimi il giovane aveva un particolare repulsione, gli facevano tanto schifo da avere i conati di vomito quando si presentavano nelle sue vicinanze. Un giorno mentre passeggiava giunge alla chiesetta abbandonata di San Damiano nella quale entra e inizia a pregare e ad un certo punto ha un’intuizione, gli pare quasi di vedere il crocifisso che inizia a parlare e gli dice:“Francesco, ripara la mia chiesa”. Di fronte a tali parole Francesco capisce che deve mettersi a fare il muratore e se ne va di casa per andare a vivere con il sacerdote della chiesetta, con il quale aveva intenzione di ristrutturarla (francesco stesso avrebbe finanziato l’opera con il denaro del padre). Il padre del ragazzo chiaramente si preoccupa per l’assenza prolungata del figlio, ma al contempo è nervoso e un pò adirato perchè aveva i suoi soldi. Quando riesce ad acchiappare il figlio lo rinchiude in una parte apposita della casa adibita come una sorta di prigione. Successivamente il padre va in Francia, come già spesso aveva fatto, per i suoi commerci e il giovane inizia a pregare la madre che lo liberi. Lei (il volto dolce del matrimonio) intenerita dalle suppliche del figlio lo lascia andare. Così il padre quando torna oltre ad essere arrabbiato con il figlio lo è anche con la moglie e in più rivuole indietro i soldi che Francesco gli aveva sottratto. A questo fine va dal console ma siccome Francesco aveva speso i soldi a fini religiosi alle sue lagne risponde che questa faccenda non era più di sua competenza. Dunque Pietro di Bernardone si vede costretto ad rivolgersi al vescovo, di fronte al quale il giovane si spoglia di tutte le vesti per restituirle al padre.

“Un solo raggio di sole è sufficiente per cancellare milioni di ombre”
