Gli Hope

Il tema dei senzatetto è un tema che, ai giorni nostri, è quantomai più attuale in questa situazione di emergenza in cui siamo stati catapultati. Per aiutare queste persone, a Trento, viene offerta la possibilità di riscattarsi e di riacquistare un po’ di dignità lavorando in una biblioteca. Questo riscatto non è solo di natura sociale ma anche personale perché vengono chiamati non più homeless peer ma hope, ovvero speranza, e questo infonde in loro la forza di cambiare la loro condizione e far vedere a tutti le loro capacità e le loro potenzialità in quanto persone e cittadini appartenenti alla società. Gli Hope non devono essere inquadrati solo come persone che necessitano di aiuto ma anche come coloro che sono riusciti a raggiungere un obiettivo e che in futuro possano essere utili in un percorso di crescita e di realizzazione personale di altre persone che si trovano in difficoltà fornendo un esempio in prima persona che cambiare si può ed è positivo. A mio avviso dovrebbe essere favorito il reinserimento di queste persone nella società in modo da abbattere le barriere dei pregiudizi che ci separano e impediscono il dialogo, utile per avviare una conoscenza e una comprensione reciproca. In alcune città potrebbero essere utilizzate molte chiese sconsacrate o altri edifici per aiutare i senzatetto. Una abitazione migliorerebbe non solo la loro condizione fisica ma anche quella mentale.

La cura
Per quanto riguarda il tema della cura credo che queste persone abbiano bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro che voglia il loro bene e che affidi loro degli incarichi in modo da farli sentire importanti e indispensabili per permettere loro di riacquistare la dignità perduta. In futuro gli Hope potrebbero prendersi cura degli altri in modo da far incrementare l’efficienza di questa rete di solidarietà che in questi momenti difficili è fondamentale a causa delle risorse umane che scarseggiano e per la funzione che svolge. Prendersi cura del prossimo è anche un insegnamento cristiano e lo stesso San Francesco diceva che le persone dovessero essere convertite con il proprio esempio e non a parole. Per prendersi cura dobbiamo dare loro la possibilità di essere indipendenti e quindi di ottenere, con il passare del tempo, un nuovo lavoro che non abbia niente a che fare con la comunità e le persone che li hanno aiutati ad uscire dalla loro situazione precedente.

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